Benedetta Savini, figlia del Sig. Renzo Savini, colei che gestisce la casa-museo Renzo Savini a Bologna

Casa-museo Renzo Savini: quando collezionare è una questione di stile!


Casa-museo Renzo Savini è da vedere per smontare le certezze di quelli che come me a volte amerebbero poter racchiudere la propria vita in due valigie.

Per accorgersi poi, che accumulare cose, saperle abbinare e ricrearne di nuove unendole non è una dote per tutti e che il risultato è davvero unico.

Renzo Savini ci ha messo una vita a creare questo luogo. La sua casa è il frutto di anni e anni di raccolta quasi compulsiva di oggetti e questo stile non propriamente minimal ha un gran fascino.

Ma andiamo per gradi!


COME NASCE l’idea

Nella foto. mi trovo accanto alla fotografia del Sig. Renzo Savini
Il Signor Renzo Savini

Casa Museo Renzo Savini rientra nell’ambizioso progetto della regione Emilia Romagna di censire e riconoscere con il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia Romagna”.

Di tratta di 52 case e studi appartenenti ad artisti, letterati, personaggi storici, musicisti e cantanti, cineasti, inventori e scienziati e collezionisti.

La pubblicazione è stata davvero un successo tant’è che E’ stato stampato anche un volume curato da Cristina Ambrosini e Claudia Collina che a questo link puoi trovare in pdf.

Per Benedetta Savini e le sorelle questo progetto è stato davvero una sfida. Un po’ perché non si aspettavano che la propria casa sarebbe diventata un museo.

In più si è trattato di un lavoro lungo e affettivamente faticoso.

Grazie allo studio degli oggetti che il padre ha accuratamente collezionato, Benedetta ha ri-scoperto suo padre grazie alle sue passioni e alle sue idee avvenieristiche.

Il padre non ha mai pensato di collezionare oggetti per il piacere altrui ma solo per il proprio.

Il suo intento, infatti, non era certo quello di creare un museo.

Dai racconti di Benedetta sono riuscita ad “incontrare” e “conoscere” Renzo Savini.

Ringrazio Benedetta per le due ore trascorse assieme, intense, durante le quali mi ha fatto dono di ricordi famigliari e personali preziosissimi.

Questa per me è la ricchezza delle case-museo.

Il sig. Renzo aveva “le antenne” per certi oggetti, altri diceva che “lo chiamavano” e durante i suoi viaggi aveva sempre i ricettori pronti per “scovare” opere e oggetti.

Nella sua cantina scaffali stracolmi di oggetti puntualmente archiviati e descritti che di tanto in tanto il sig. Savini portava ai piani alti, accostandoli anche se apparentemente non avevano nulla che li accomunasse come se la propria dimora fosse una vetrina.

Se sei amante delle case-museo ti consiglio la lettura di questo articolo. E’ la casa-museo dell’artista naif Bruno Rovesti


OGGETTI CHE TROVERAI NELLA CASA-MUSEO

Tanto oggetti di design tra le cose da vedere alla casa-museo Renzo Savini tra cui il divano Bastiano disegnato da Tobia Scarpa
Oggetti di design per soli intenditori

Ti starai chiedendo cosa potrai trovare in questa casa?

Dall’anfora etrusca al manganello fascista, dalla pietra d’accesso di un castello del 1612 a pezzi di ceramica faentina degli anni ’30.

Ma non solo. Una preziosa edizione dei “Promessi Sposi”, giocattoli e scenografie che diventano pregiate “carta da parati”, vecchi vetri degli anni ’60 che venivano utilizzati come finestre accostati a pregiati vasi di Venini.

Alcuni oggetti che mi sono rimasti impressi?

Sicuramente “La Piàvola de Franza”.

La piavola de franza

La Piavola de Franza è una bambola che serviva nel '700 a mostrare alle dame la moda francese perché potessero prendere spunto per i loro outfit.
La Pianola de Franza

E’ una bambola di grandi dimensioni utilizzata nel ‘700 a Venezia per mostrare la moda francese alle signore dell’alta società perché potessero prendere spunto per i loro abiti e accessori.

La bambola veniva esposta durante la Festa della Sensa (Ascensione) e anche Carlo Goldoni la cita in una opera.

Quella esposta al museo Savini è uno dei pochissimi esemplari ancora esistenti.

Inoltre un album di lettere proveniente da tutto il mondo indirizzate ad un superstite della Seconda Guerra Mondiale che era rimasto mutilato.


L’IMMOBILE

Una scenografia che diventa carta da parati

Questa casa-museo non è interessante solo per ciò che contiene, ma anche per l’immobile di per sé.

Partiamo dall’itinerario. Per raggiungere la casa si percorre via Santa Barbara. La via inizia ad inerpicarsi verso i Colli Murri e i tuoi occhi saranno rapiti da splendide case.

Una volta parcheggiato ai Giardini Margherita (cosa che ti consiglio), ti infilerai in via Letizia, la via della tua destinazione,

La casa è un edificio degli anni ’60 è molto interessante costruito dall’architetto Raoul Biancani e pubblicata su molte riviste di architettura.

Sono splendide le vetrate che permettono una relazione costante tra l’interno e l’esterno. La luce è sicuramente l’elemento caratterizzante di questa casa.

Il Sig. Renzo Savini amava circondarsi di bellezza e ciò non vale solo per gli oggetti eclettici ma anche per gli oggetti di design con cui ha arredato la sua casa.

I divani Bastiano di Tobia Scarpa, la poltrona Sanluca di Pier Giacomo e Achille Castiglioni, il bagno con oggetti di design firmati Giò Ponti e lampadari Venini non potranno non attrarre l’attenzione di chi visita la casa.

COME VISITARE LA CASA-MUSEO RENZO SAVINI

La casa-museo è visitabile dal martedì alla domenica su prenotazione. E’ possibile visitarla anche in gruppi (una ventina di persone è ancora un numero accettabile per un’esperienza indimenticabile).

Il biglietto d’ingresso è di 8,00€

Sono diversi i canali per poterla visitare:

– tramite Bologna Welcome, la casa-museo è promossa dalla card rilasciata dall’ente di promozione
turistica.
Succede solo a Bologna organizza visite alla casa-museo , tieni controllato il loro sito.
– la casa-museo Renzo Savini è inserita nel circuito della Food Valley.

Grazie per aver letto fin qui!

Ci leggiamo presto!

Chiara di smallbutgold

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