Villa Bighi a Copparo di Ferrara è un piccolo gioiello architettonico dal gusto nordico atterrato nelle campagne del ferrarese, che contiene molto del patrimonio artistico di Dante Bighi.
Viaggi.Cibo.Emilia è tornato con un nuovo appuntamento: questo bimestre andiamo alla scoperta di case-museo!!!
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Io e Giovanna ci concentriamo su due protagonisti della scena artistica italiana del ‘900.
Giovanna è a Boretto (provincia di Reggio Emilia) nella casa-museo di Pietro Ghizzardi, pittore assolutamente da conoscere!
Io invece mi trovo a Copparo, in provincia di Ferrara, alla scoperta di Dante Bighi, eclettico artista, grafico, viaggiatore, fotografo e collezionista della seconda metà del ‘900.
Questa è proprio la tipologia di luoghi di cui mi piace parlare nel mio blog smallbutgold: un luogo meno noto ma non meno degno di nota e dal grande valore culturale.
Nella scoperta di questo luogo non sono sola, l’architetto Maurizio Bonizzi sarà il mio Virgilio.
Sarà lui che mi spiegherà e svelerà progetti, opere, retroscena e mi introdurrà alla figura di Dante Bighi e alla sua casa-museo.
Per saperne di più di come questa casa-museo viene gestita, da chi e come visitarla, ti consiglio di continuare a leggere questo articolo!
Siediti, allaccia le cinture e partiamo per questo viaggio!
Intanto ti presento il padrone di casa: il sig. Dante Bighi
Chi è Dante Bighi
Dante Bighi nasce a Copparo nel 1926, si sposta presto però da questa realtà per poter frequentare il liceo artistico a Bologna e poi a Modena.
Non terminerà invece mai gli studi di architettura a Venezia.
Già nel 1958 il suo talento come grafico pubblicitario gli permette di farsi notare tanto da riuscire nel 1960 a fondare il suo studio grafico a Milano, in via Sempione.
Tra gli altri sono suoi i marchi di Illy Caffè, della Domenica Sportiva, dei biglietti inaugurali della Scala Milano e della Camera di Commercio di Ferrara.
La Milano di quegli anni è una città in fermento culturale e Dante Bighi si creerà una rete di relazioni importanti che lasceranno segni evidenti sulla sua vita personale e artistica.
Nonostante la sua vita si svolga nel capoluogo lombardo, il baricentro, il luogo del cuore rimane Copparo.
Su un appezzamento acquistato e donatogli dal padre, Dante Bighi si fa costruire dal geometra Giusberto Pellizzola una villa basata su disegno originale di Bighi stesso.
Siamo nel 1963.
Il progetto della casa ha il sapore dell’architettura moderna:
geometrie semplici, linee decise, copertura dalle linee scoscese, l’utilizzo di mattoni, l’interno e l’esterno che comunicano grazie a grandissime vetrate, la Natura che svolge un ruolo fondamentale.
La villa fu inizialmente un’abitazione ma col passare degli anni divenne prevalentemente un luogo dove accogliere amici ed intellettuali, raccogliere i propri prodotti artistici e ritrovare il contatto con la Natura.
L’INTERNo
Lo spazio interno visitabile oggi è una ampia zona giorno, in pianta unica con due lunghe vetrate che si aprono sul parco esterno.
Ai muri molte delle opere che Dante Bighi ha raccolto e prodotto nel corso della sua vita.
Una enorme radice fossile, trovata nel vasto Delta del fiume Po, eretta a simbolo del suo continuo ritorno in terra natia, campeggia sul muro d’ingresso.
Mentre la sua produzione di grafico è accuratamente conservata in scatole di cartone nella libreria della sala,
alle pareti sono esposte le sue opere di artista e uomo del suo tempo, Le Teche di Plexiglass, progetto influenzato dal linguaggio artistico del “Nouveau Realisme”,
per il quale ogni oggetto anche quello più banale raccolto dalla realtà diventa oggetto d’arte.
Dante Bighi conosce e diviene amico di molti esponenti di questo movimento artistico dal suo fondatore stesso, Pierre Restany, a Daniel Spoerri a Christo.
Sassi, foglie, i suoi baffi, monete, pagine di giornale arrotolati all’interno di teche di plexiglass accompagnate da precisi riferimenti geografici e temporali e da brevi scritti personali e intimistici diventano reliquie laiche.
Dante Bighi ha prodotto circa 80 di queste Teche, e tutte assieme, allineate in un percorso temporale, rappresentano un vero e proprio diario tridimensionali dei propri viaggi e della propria vita
Come ben saprai amo abbinare un libro ad un luogo, beh i “Libri Oggetto” di Dante Bighi sono davvero una cosa imperdibile, anche se certo poco trasportabili!
I LIBRI OGGETTO
Dante Bighi ne ha pubblicati 6 in tiratura limitata, numerati e firma autografa il primo “Elogio alla Pianura”, poi “India Prega”, “Amerigo Vespucci”, “Milano Vive”
L’ultimo è “Tripaxis”, mai terminato, contiene tavole di resina a colori di Bruno Contenotte.
Si tratta di libri di fotografie con testi in più lingue che immortalano la Pianura di Copparo, la Milano degli anni ’70, l’India dove Dante Bighi si è recato più volte e la Nave Scuola della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci di cui era fotografo ufficiale.
Sono libri in tiratura molto limitata, dal formato a dir poco inusuale, stiamo parlando, infatti, di libri che possono arrivare ad essere più di un metro di lunghezza per 30-50 cm di larghezza.
Anche le copertine sono insolite: vetro temperato, altorilievi in legno o anche tela dipinta, Milano Vive è un libro che pesa 13 chili!
Questi libri sono tutti conservati casa-musei Bighi e una copia di ognuno è stata donata all’Archivio dei Libri d’Artista del ‘900 del Museo Mart di Rovereto.
Vorrei tornare ad “Elogio della Pianura” del 1971 perché dimostra il rapporto strettissimo che Dante Bighi mantiene con Copparo.
All’interno sono contenute fotografie in bianco e nero di Luciano Ferri intervallate da poesie di Corrado Govoni e Filippo del Pisis.
Dante Bighi ne ha fatte stampare un migliaio di copie che ha donato al Comune di Copparo: doveva essere il regalo di nozze per le coppie che avrebbero deciso di sposarsi in comune.
L’ESTERNO
Quando la villa fu costruita il giardino era terreno agricolo ancora piantumato con 144 alberi da frutta.
Solo in un secondo momento il giardino ha assunto le sembianze che ha attualmente: un luogo in cui la natura deve seguire il suo corso senza che l’uomo potesse intervenire troppo.
E’ invece chiarissimo fin da subito che gli spazi interni e quelli esterni dovessero essere collegati come se non vi fosse alcuna interruzione.
Pareti completamente occupate da vetrate, muri interni ed esterni degli stessi mattoni rossi e una moquette verde che copre il pavimento per simulare un grande prato anche all’interno dell’abitazione.
Nel suo lascito Dante Bighi chiede espressamente che la sua FIAT 500 venga trasportata da Milano e posizionata nel Parco.
Quanto tempo ci avrebbe messo a decomporsi quell’auto? Sarebbe scomparsa prima lei o le piante attorno? Questi erano alcuni degli interrogativi alla base di questa richiesta insolita!
Da questo risulta ben chiaro che il recupero degli oggetti e il loro impatto sul mondo esterno era già un tema molto importante per Dante Bighi.
STORIA DEL CENTRO STUDI DANTE BIGHI
Nell’ultimo periodo mi sto appassionando molto alle case-museo, contenitori architettonici spesso bellissimi che al loro interno, come una matrioska, custodiscono preziosi reperti artistici.
Chi ci apre le porte delle case-museo sono solitamente figli o figlie, generi o nuore come nel caso della bellissima casa-museo Bruno Rovesti a Gualtieri, o nipoti.
Non è così per Villa Bighi.
Nel 1994, alla sua morte, Dante Bighi non ha eredi. Decide quindi di lasciare la sua quadreria, una raccolta di 90 opere al Comune di Copparo, esposte presso la Galleria Civica “Alda Costa”.
La sua casa viene donata con un secondo lascito testamentario, al Comune di Copparo per farne un luogo di Cultura utile alla gente del suo paese.
Il secondo lascito è tutt’ora garantito dalla presenza di un importante curatore testamentario che fu amico di Dante.
Dal 1994 al 2008 Casa Bighi rimane chiusa, finché in quell’anno il Comune di Copparo indice un bando per la “Riqualificazione Culturale di Villa Bighi”.
Chi se lo fosse aggiudicato aveva diritto ad usare gratuitamente come uffici 53mq della Villa meno significativi dal punto di vista artistico,
per contro avrebbe dovuto avere un progetto culturale per recuperare, promuovere e valorizzare il lascito di Dante Bighi.
E’ così che i 4 architetti di UXA (Bonizzi Maurizio, Davi Massimo, Farina Diego, Pavani David) e una studiosa di arte contemporanea, Elena Bertelli, se lo aggiudicano.
Di Dante Bighi, a parte Elena Bertelli che lo ha conosciuto da bambina e ci ha scritto la sua tesi di laurea, nessuno sapeva molto e a tutt’oggi si parla poco di lui.
Maurizio, Diego, Elena, David e Massimo hanno fondato il Centro Studi Dante Bighi e in 20 anni hanno messo insieme tracce, materiali e volti, intervistato amici, colleghi, studiato la produzione di Dante Bighi,
inoltre hanno organizzato eventi per la diffusione delle arti, della conoscenza, della scienza progettando e producendo collaborazioni culturali sia in Emilia Romagna, che in Italia che fuori dai confini del nostro Paese
Questo loro prezioso lavoro è valso numerosi premi ed onorificenze, ma la cosa incredibile è sentire dalla voce di Maurizio Bonizzi un racconto affezionato, lo studio e la cura ha sopperito alla mancanza di relazioni di sangue.
COME E QUANDO VISITARE VILLA BIGHI
la villa è aperta al pubblico gratuitamente ma su richiesta, è necessario prendere contatti con il Centro Studi Dante Bighi via mail info@dantebighi.org o chiamando il 0532/861339.